Guida al gioco d'azzardo per genitori
Il gioco è una attività universale che interessa non solo tutti gli esseri umani, ma anche molte specie animali. È una attività che oltre ad essere piacevole e gratificante, è anche strutturante, cioè aiuta la maturazione e l’acquisizione di importanti capacità personali e sociali.
Gli sport sono un esempio di giochi competitivi in cui il bambino impara a rispettare regole e gerarchie, socializzare e collaborare per un fine comune; i giochi di ruolo, il “facciamo finta che tu sei… e io sono…” aiutano il bambino ad esprimersi ed a pensare in astratto; infine giochi come l’altalena, l’ottovolante hanno lo scopo di stimolare nel bambino, ma spesso anche nell’adulto, sensazioni psicofisiche di eccitamento.
Tutti questi tipi di giochi richiedono una certa conoscenze o abilità del giocatore. Esistono però dei giochi (che per distinguerli dai precedenti chiameremo per l’appunto d’azzardo) in cui l’elemento casuale è fondamentale mentre l’abilità conta poco o nulla, e da ciò ne origina un rischio.
Nell’Azzardo:
- la fortuna è predominante
- è prevista una scommessa, una puntata in denaro o in altri valori.
- la puntata non si può ritirare indietro
Il termine azzardo significa “attività rischiosa”. L’azzardo è in grado di indurre cambiamenti dello stato mentale e fisico delle persone. Mettere a rischio una certa somma con la possibilità di ottenerne di più, ma anche di restare senza nulla, provoca un brivido che può essere gratificante per alcuni, ma disturbante per altri. Chi apprezza particolarmente tali stimolazioni potrebbe cercarne di sempre più intense scommettendo cifre progressivamente maggiori.
Come accorgersene? Cosa fare? Sono queste le prime domande che i genitori si pongono. Non è facile riconoscere cosa sta accadendo. Il figlio può apparire improvvisamente aggressivo, silenzioso, preoccupato, evasivo, stare ore e ore chiuso nella sua stanza e collegato al pc, oppure non sapere giustificare assenze, ritardi, appuntamenti mancati.
In alcune situazioni i genitori, sebbene si accorgano che esiste un problema di gioco, possono essere portati a minimizzare, a pensare che sia un episodio passeggero: in fondo non è un problema di droga, non è un problema di salute, può essere un momento di difficoltà temporanea, facilmente superabile. In alcuni casi può essere il senso di colpa a prendere il sopravvento, gli stessi ruoli di madre e di padre sono messi in discussione: ci si chiede “Ma dove abbiamo sbagliato?”.
Non c’è uno specifico elemento, o un insieme di fattori, che direttamente “causano” un certo tipo di dipendenza. È quindi estremamente importante comprendere e affrontare tali situazioni nella loro complessità. La consapevolezza rispetto a ciò che accade è un primo importante passo, ma non è sufficiente a far fronte al problema. È importante cercare quanto prima il supporto, il confronto e l’aiuto di un esperto o di un servizio specializzato. Qualcuno, cioè, che possa aiutare a fare chiarezza e gestire la situazione, a trovare strumenti, strategie utili per fronteggiare la crisi, ma anche aiutare la famiglia a comprendere e accettare il fatto che il gioco possa non tanto essere il problema di per sé, pur con tutti i rischi e le specificità che presenta, quanto un campanello d’allarme, un segnale di altri problemi, di altre difficoltà nella famiglia, nella relazione con il ragazzo e/o nel ragazzo stesso.
I fattori di rischio sono quelle condizioni che aumentano la probabilità che una persona possa sviluppare un problema con il gioco. Una persona è più a rischio se:
- fa una grossa vincita all’inizio della sua esperienza di gioco
- ha problemi di denaro
- non sa gestire il denaro
- ha avuto una recente perdita o cambiamento nella sua vita affettiva come ad es. una separazione, un brutto voto o un lutto,
- gioca per allontanare le preoccupazioni riguardanti la sua salute fisica o psicologica
- si sente sola
- ha pochi interessi o passatempi o avverte che la sua vita manca di scopo
- si sente annoiata e agisce senza pensare
- usa il gioco o alcol o altre sostanze per cercare di superare pensieri o eventi negativi
- si sente scontenta o ansiosa
- ci sono stati episodi di violenza nella sua vita
- un membro della sua famiglia ha avuto problemi di gioco d’azzardo o con l’alcol o altre sostanze
- è convinta di avere un metodo infallibile che aumenta le possibilità di vincere
- ama il rischio e apprezza l’eccitamento.
Per il gioco d’Azzardo, a differenza dell’alcolismo o della dipendenza da eroina, non esistono dei segni o sintomi osservabili chiaramente. Possiamo però prestare attenzione a tre tipi di segnali:
Segnali relativi al denaro
- spariscono i soldi da casa o da conti bancari
- la persona in casa è irritata, riservata per quanto riguarda il denaro e nasconde l’estratto conto
- vengono chiesti prestiti ad amici, parenti, banche, agenzie finanziarie
- i pagamenti domestici vengono trascurati, i creditori si fanno sentire
- vengono incassati o vengono sbloccati risparmi vincolati spariscono oggetti di valore
- la persona inizia a svolgere un secondo lavoro ma i soldi ricavati non si vedono
- la persona è sempre a corto di denaro
- la persona si affanna per recuperare i soldi per giocare e per pagare i debiti
Segnali emotivi
Il membro della famiglia:
- si estranea da familiari e/o amici
- è ansioso o distratto o assente e ha difficoltà a prestare attenzione
- è irritabile, ha sbalzi d’umore improvvisi, ha scatti d’ira
- quando è in casa è nervoso, annoiato, irrequieto
- è depresso e può manifestare intenzioni suicidarie
Segnali relativi agli orari
Il membro della famiglia:
- è spesso in ritardo al lavoro o a scuola
- a cambiato gli orari dei suoi spostamenti, si assenta per lunghi periodi senza dare spiegazioni
Ci sono alcuni strumenti che possono essere utili per valutare il rischio di essere affetti da questa patologia, anche se bisogna ricordare che una diagnosi di questo tipo può essere fatta esclusivamente da un medico specialista o da uno psicologo esperto.
Puoi compilare il Canadian Problem Gambling Index – CPGI
Quando il gioco d’azzardo inizia durante l’adolescenza molto spesso i genitori o chi gli sta accanto legge questi agiti come delle semplici trasgressioni adolescenziali.
Bisogna stare attenti ad alcuni segnali:
- non mostra interesse per la scuola, e ad esempio rimporta un improvviso calo nei voti;
- appare evasivo nel raccontare del tempo libero trascorso e richiede sempre più spesso di uscire
- ogni giorno torna a casa da scuola più tardi del previsto e non è in grado di spiegare il perché
- mostra un cambiamento generale nel comportamento (ad esempio è spesso imbronciato, irritabile, irrequieto, permaloso, di cattivo umore o costantemente sulla difensiva);
- è costantemente a corto di denaro;
- richiede costantemente denaro;
- da casa iniziano a mancare dei soldi (ad es. dalla borsa della mamma o dal portafoglio del padre);
- vende beni personali e non è in grado di rendere conto del denaro preso;
- può essere coinvolto in attività criminali (ad esempio taccheggio finalizzato a vendere gli oggetti per ottenere altro denaro da giocare
- torna a casa affamato ogni pomeriggio dopo la scuola (perché ha speso i soldi nel gioco d’azzardo);
- perde interesse per le attività di tutti i giorni;
- ha difficoltà a concentrarsi;
- si allontana dagli amici o litiga con loro;
- non si prende cura del proprio aspetto o dell’igiene personale;
- racconta continuamente bugie (soprattutto riguardo al denaro).
Prima di parlarne con i propri figli i genitori devono comprendere il problema. Per farlo leggi le schede precedenti.
Chiedere all’adolescente di confermare che il gioco d’azzardo è davvero un problema potrebbe dimostrarsi difficile. Parlarne direttamente è probabile che conduca a una negazione totale. Non possiamo cambiare gli altri, ognuno decide dentro di sé se smettere o meno. Questa mancanza di controllo sugli altri è sicuramente frustrante, vi fa sentire impotenti, feriti, delusi, arrabbiati, eppure potete avere un ruolo importante per incoraggiare il cambiamento.
Probabilmente sarà più efficace parlare con lui
- di cosa fa durante il tempo libero,
- come preferisce spendere i soldi
- in generale il suo punto di vista sul gioco d’azzardo.
Scoprire che tuo figlio adolescente gioca d’azzardo può essere molto stressante, in particolare perché molto spesso i genitori sentono di dover affrontare da soli il problema. Quando un giovane giocatore d’azzardo riconosce che c’è un problema, la famiglia potrebbe aver già attraversato molte situazioni emotivamente stressanti.
I genitori dovrebbero cercare di mettersi in contatto con un aiuto esterno il più presto possibile. Nella sezione aiuto puoi trovare alcuni indirizzi utili.
I cambiamenti nella vita delle persone, quando dipendono da scelte personali e riguardano lo stile di vita, seguono un percorso lento. Per persone e molte possono volerci giorni, mesi o anni per completare il percorso; alcune possono rimanere ferme per sempre. Il coinvolgimento dell’intera famiglia nel processo rende comunque il cambiamento più probabile e stabile nel tempo.
Se ti trovi di fronte ad un figlio che nega la situazione problematica di gioco tu puoi:
- dire alla persona che il gioco ha effetti anche su di te
- non coprirla, ovvero non aiutare la persona che gioca ad evitare la responsabilità delle proprie azioni
- fare in modo che i soldi della famiglia siano protetti (un consulente legale o un consulente finanziario potrebbe aiutarti in questo)
- informarvi sugli effetti del gioco d’azzardo e parlarne insieme alla persona che gioca
- chiedere supporto per te stesso, per un nuovo equilibrio familiare
- metterti in contatto con un gruppo per famiglie che vivono il vostro stesso problema
- evitare litigi e discussioni: non risolve i problemi
In questo caso vostro figlio comincia a vedere che il gioco presenta dei problemi, ma ancora probabilmente non è pronto a smettere. Pensare di cambiare non è uguale ad impegnarsi a cambiare, pertanto la persona è ambivalente rispetto ai pro e ai contro del cambiamento. I vantaggi e gli svantaggi sembrano equilibrarsi. A volte la persona e i genitori sono disposti a muovere i primi passi dopo un evento critico, come una grossa perdita, un tentativo di suicidio o la perdita del lavoro. Questi eventi, di per sé negativi, potrebbero essere la molla per il cambiamento.
In questa fase voi potete:
- chiedere supporto emotivo per voi stessi
- evitare di giocare d’azzardo con la persona
- evitare le situazioni che potrebbero stimolare la voglia di giocare
- porre dei limiti chiari e dire alla persona quello che voi intendete fare se non smette di giocare
- offrire le informazioni contenute in questa guida e incoraggiare la persona a chiedere aiuto
- offrire di accompagnare lui/lei da un consulente in un Servizio specialistico
- dimostrare apprezzamento quando la persona manifesta idee di cambiamento
Di seguito leggerai alcuni suggerimenti su come affrontare il gioco d’azzardo problematico di vostro figlio. Ricorda che alcuni di essi potranno non essere necessari nella vostra situazione, è un vostro compito come genitori capire la situazione e comprendere quelli che sono i bisogni di vostro figlio.
- Ricorda che non esiste l’unica famiglia ad affrontare questo problema,
- Potreste essere in grado di aiutare vostro figlio parlando del problema, ma è probabilmente la scelta migliore coinvolgere anche un professionista esterna alla famiglia,
- Tenete presente che è una cosa seria e che non basta che vostro figlio dica che rinuncerà al gioco d’azzardo,
- Prendete insieme come coppia genitoriale una posizione ferma. Potrebbe sembrarti più facile cedere alle richieste e credere a tutto ciò che dice vostro figlio, questo però consente a lui (e alla famiglia) di evitare di affrontare il problema,
- Ricordate che a vostro figlio piace giocare d’azzardo e riceve da questa attività qualcosa che va oltre il denaro (ad esempio adrenalina, staccare dai problemi, etc),
- Non dimenticate che i giocatori d’azzardo sono bravi a mentire – anche a sé stessi altri.
- Fate sapere a vostro figlio che ritenete che il gioco sia un problema anche se lui non lo ammette,
- Incoraggiate sempre vostro figlio, poiché è importante essere motivati a cambiare,
- Preparatevi ad accettare il fatto che vostro figlio potrebbe non essere motivato a cambiare fino ad una crisi acuta.
- Lasciate a vostro figlio la responsabilità e le conseguenze per l’aver giocato d’azzardo, non coprite i suoi debiti ma spronatelo ad affrontare la dipendenza per superarla,
- Non condannate vostro figlio, poiché potrebbe non essere utile e potrebbe portarlo ancora di più a giocare,
- Nonostante tutto quello che potrebbe aver fatto vostro figlio è importante comunicargli che, se lui lo vorrà, voi sarete lì per aiutarlo,
- Anche se vi sembra una decisione “dura” se vostro figlio afferma di non voler cambiare potrete chiedergli di uscire di casa,
- Non fidatevi della gestione del denaro di vostro figlio fino a quando la dipendenza non sarà stata interrotta. È una strategia utile, per un periodo di tempo definito, gestire i suoi soldi. Questo lo aiuta anche a sviluppare le sue capacità di gestione finanziaria,
- Incoraggiate vostro figlio a provare altre attività piacevoli – cercate di identificare altre attività in cui lui è bravo e incoraggiate quelle,
- Lodate qualsiasi risultato (per quanto piccolo) se è finalizzato ad affrontare e superare il problema,
- Provate ad ascoltare vostro figlio con comprensione. Talvolta, anche a livello non verbale, la comunicazione tra figlio e genitore può essere facilmente bloccata quando vi sono dei problemi,
- Tenete presente che anche voi come genitori avrete bisogno di supporto attraverso questo lungo processo di aiuto. Avrai bisogno del sostegno della tua famiglia e potresti anche aver bisogno di ulteriore supporto da parte di un professionista (ad esempio di uno psicologo).
L’incidenza di suicidio è più elevata per chi azzarda e per i loro familiari. Se qualcuno dei vostri cari o tu stesso pensi al suicidio o hai fatto piani per finirla con la vita, chiedi aiuto immediatamente. Non puoi affrontare i tuoi problemi da solo.
Se osservi cambiamenti nel comportamento, nell’aspetto o nell’umore (sembra depresso, scontento o estraniato); se si disfa di beni od oggetti di valore; se fa testamento o parla di suicidio:
- lasciate parlare la persona dei suoi sentimenti, ascoltando e non giudicando
- prendete qualsiasi minaccia seriamente
- rimuovete qualsiasi mezzo per attuarlo (farmaci, armi da fuoco, corde, ecc.)
- non tenetevi il segreto, ma informate di ciò che sta accadendo amici o parenti, il Medico di base, il vostro Parroco o chiunque possa darvi aiuto
- rivolgetevi al pronto soccorso (118), o alle forze dell’ordine (113) o al servizio psichiatrico territoriale della vostra ULSS
Nell’ambito del Servizio delle Dipendenze le prestazioni fornite dall’Azienda Unità Locale Socio Sanitaria n. 2 Marca trevigiana sono:
- consulenza ai giocatori e ai famigliari
- Valutazione diagnostica
- Percorsi di trattamento personalizzati
- interventi psicologici di tipo cognitivo comportamentale, individuali e di gruppo,
- gruppi per i famigliari,
- trattamenti per disturbi affettivi associati
Domande frequenti sul gioco d'azzardo
È un’attività ludica che ha tre caratteristiche fondamentali:
- si gioca per ottenere un premio (denaro, beni materiali, buoni ecc.);
- per giocare si deve rischiare una somma più o meno ingente di denaro o equivalenti (propri beni ecc.);
- la vincita dipende più dal caso che dalla bravura del giocatore.
No. Il gioco eccessivo è un problema emozionale e comportamentale che ha ricadute economiche. Anche se tutti i debiti di un giocatore patologico venissero saldati, il problema non sarebbe risolto, perché legato ad un’incontrollabile ossessione rispetto al gioco.
- Sì. È una malattia molto pericolosa e perfino mortale.
- Il suicidio, tra le persone che ne sono affette è quattro volte superiore alla media.
- Il Gioco d’Azzardo patologico è assimilabile al gruppo dei disturbi ossessivo compulsivi
- Come in ogni malattia, anche il gioco d’azzardo ha tre categorie di sintomi: fisici, psichici e sociali
Essere dipendenti dal gioco d’azzardo può danneggiare seriamente la tua salute fisica e mentale. I giocatori d’azzardo problematici possono soffrire di stress. Un problema frequentemente correlato al gioco d’azzardo è la perdita delle relazioni sociali, la presenza di scarsi risultati scolastici e, nei casi più gravi, la commissione di crimini per alimentare la dipendenza. Un giocatore problematico potrebbe soffrire di depressione e ansia, non essere in grado di rendere conto dei soldi che ha speso, mentire sul luogo in cui si trova e trascorrere meno tempo con amici e familiari.
Anche se non vengono ingerite sostanze, il giocatore problematico ricerca sensazioni paragonabili a quelle di chi assume un tranquillante o consuma una bevanda alcolica. Il gioco eccessivo altera l’equilibrio della persona, che ripete il comportamento di gioco per provare nuovamente sensazioni superficialmente piacevoli. Tuttavia, proprio come avviene per il consumo di alcol e droghe, il giocatore patologico deve giocare sempre di più per raggiungere le sensazioni piacevoli che lo hanno condotto alla dipendenza. Ciò crea una crescente compulsione al gioco e il giocatore trova sempre più difficile resistere alla tentazione di giocare con intensità e frequenza via via maggiori.
No. Molte persone con problemi di gioco, prima di cadere nella dipendenza, venivano considerate responsabili e mature dai famigliari e dagli amici. Determinati accadimenti esistenziali (l’inattività in seguito alla fine della vita lavorativa oppure una forte situazione di stress) possono causare cambiamenti nel comportamento anche nei soggetti più insospettabili.
Chiunque può sviluppare un problema di GA. I due fattori che sembrano aumentare questo rischio nei giovani sono: un familiare con un problema da gioco d’azzardo patologico e un’iniziazione precoce al gioco.
Non necessariamente. Molte persone che giocano spesso sono semplicemente degli appassionati. Generalmente, questi individui stabiliscono di investire nel gioco una somma predeterminata di denaro e giocano per divertirsi piuttosto che per inseguire a tutti i costi la vincita. Essi riconoscono l’esistenza della probabilità di perdere e non scommettono più di quanto possano permettersi. E’ anche possibile avere problemi di gambling senza essere un giocatore patologico. E’ quello che accade quando una persona perde molti soldi al casinò in seguito ad un evento particolare della sua vita che lo ha spinto ad un comportamento sconsiderato, ma episodico. Quasi sempre problemi del genere si risolvono da soli, senza il bisogno di un intervento professionale.
I giocatori problematici sono attratti da differenti forme di gioco e per motivi diversi tra loro. Alcuni sono colpiti dagli stimoli sensoriali dei giochi elettronici basati esclusivamente sulla fortuna (video-slot), altri dalla percezione di poter dimostrare la propria abilità nel gioco delle carte o nelle scommesse sportive. Altri ancora sono affascinati dai soldi, apparentemente facili, che si possono guadagnare rapidamente con investimenti ad alto rischio. Molti, se non la maggioranza, dei giocatori patologici si dedicano ad una o più forme di gambling. Tuttavia, studi specifici hanno dimostrato come tra i giochi preferiti dai soggetti patologici vi siano le slot machines, i giochi con le carte e le scommesse sportive. Ad ogni modo, determinati giochi hanno caratteristiche intrinseche che finiscono per acutizzare i problemi dei giocatori eccessivi. Anche se gli studi sono in una fase iniziale, pare evidente che la velocità di gioco sia un fattore rilevante. In altre parole, più rapida è la sequenza con cui è possibile puntare o scommettere e più facilmente un individuo svilupperà un rapporto problematico con un determinato gioco.
La frequenza con cui una persona gioca non è decisiva per stabilire se esista o meno un problema di gioco. Anche se il problema si manifesta solo periodicamente, le conseguenze psicologiche ed economiche possono essere comunque talmente pesanti da incidere negativamente sulla vita del giocatore e della sua famiglia.
Un determinato ammontare di denaro perso o vinto non è di per sé indicativo dell’insorgere di un problema di gioco. Il gambling diventa problematico quando incide negativamente in ogni ambito della vita di un individuo.
È generalmente accettato che le persone che sviluppano una dipendenza siano a rischio di svilupparne un’altra (ad esempio, il consumo di alcol e droghe). Non si tratta tuttavia di una correlazione obbligata. Molti giocatori problematici non vivono altre esperienze di dipendenza, perché non esistono sostanze ed attività in grado di suscitare in loro le stesse sensazioni prodotte dal gioco. I dati evidenziano anche l’importanza degli antecedenti famigliari: spesso uno o entrambi i genitori di un giocatore patologico sono stati a loro volta dipendenti dall’alcol, da sostanze o dal gioco.
Così come esistono bevitori sociali e fumatori occasionali, esistono i giocatori sociali, per i quali il gioco d’azzardo rimane un divertimento (circa il 95-96% dei giocatori o di chi beve alcolici).
Per alcune persone, tuttavia, quello che sembrava un’abitudine si trasforma in una vera e propria “schiavitù”. Alcuni di queste persone hanno una predisposizione alla dipendenza per fattori di natura biologica, ambientale e psicologica.
Il fumo, l’alcol, il gioco d’azzardo rimangono un semplice “vizio”, per quanto criticabile, finché non insorgono le caratteristiche tipiche della dipendenza e cioè:
- la tolleranza: bisogno di avere più sostanza o giocare di più per ottenere lo stesso livello di eccitamento
- l’astinenza: nervosismo, ansia, tremori se si tenta di smettere
- la perdita di controllo: pensi di poter smettere, ma senza riuscirci
Va inoltre aggiunto che la malattia, a differenza del “vizio” produce certamente un danno concreto alla persona. Prima di tutto sulla salute e nel caso del gioco anche economico.
- Fase vincente: In una prima fase, il Giocatore “malato” si diverte, è gratificato dall’azzardo. Spesso vince, prova eccitazione e tensione fisica reale. Si sente onnipotente e sottovaluta i rischi.
- Fase perdente: la fortuna gira e il giocatore comincia a perdere. Il divertimento e l’abitudine, possono sconfinare nella patologia. Questa è una fase di forte rischio
- Fase di disperazione: il tempo ed il denaro destinati al gioco crescono e con essi i debiti e la depressione.
- Fase critica: Chasing (letteralmente “rincorrere le perdite”). la persona malata vede il gioco come unica forma di riscatto per pagare i debiti contratti e rimettere in sesto la propria situazione economica e le relazioni che si sono ormai deteriorate. Ma non è così: il malato è ormai entrato i un circolo vizioso che lo porta a pensare solo come procurarsi, non sempre legalmente, il denaro per giocare. Conseguenze:
- è la fase in cui si distruggono le relazioni
- lo stress di chi vede la propria vita crollare ha come conseguenza molti disturbi fisici: emicranie, ulcere, malattie cardiache, insonnia, coliti, dolori di stomaco, etc.
- co-dipendenza: il giocatore malato cade di frequente in più dipendenze, soprattutto quelle da alcol e droga.
- Fase di crescita: il recupero della persona, che può riuscire soltanto con una terapia adeguata di cura e sostegno.
Sì. Ma è necessario un intervento terapeutico strutturato, perché siamo di fronte ad una malattia cronica, come tutte le dipendenze.
Obiettivi della cura:
- l’astinenza dal comportamento di abuso
- un cambiamento di stile di vita (sobrietà) per dare la forza di resistere contro le possibili ricadute
Come si cura:
Con trattamenti multi professionali e integrati.
La persona dipendente tende a negare o minimizzare il problema e credere che “se solo volessi, potrei smettere… domani...”
Il primo compito dello specialista deve essere quello di aumentare il livello di consapevolezza della malattia e motivazione alla terapia con una serie di colloqui (individuali o di gruppo)
Il passo successivo è la stipula di un contratto terapeutico tra il paziente, la famiglia e il terapeuta, che prevede la definizione del programma di interventi e comprende:
- un eventuale ricovero
- colloqui individuali
- gruppi psicoterapeutici e psicosi-educazionali
- terapia psicofarmacologica
- gruppi per i familiari
- Tutoraggio economico per il piano di risanamento dei debiti
- Interventi sociali per affrontare le eventuali questioni legali e socio-economiche (consulenze del Difensore Civico, di uno Studio legale, di uno Studio Commerciale, della Fondazione Antiusura, del Microcredito, ecc.)
- Coinvolgimento della famiglia nella gestione terapeutica del paziente e aiuto per far conoscere questa particolare malattia
- Attivazione di una rete di sostegno sociale istituzionale e del volontariato (Caritas, Servizio Sociale Comunale, Gruppi di auto-aiuto, Associazioni di volontariato, Enti ausiliari, ecc.)
I giochi presenti su Facebook, o in altri social network, possono iniziare il minore a giochi come ad esempio il poker, tuttavia è davvero importante che i giocatori comprendano sin da subito che le probabilità di vincita offerte nei contesti virtuali spesso non sono le stesse di quelle dei giochi “reali”, di solito sono migliori. Ciò significa che il giovane ha maggiori probabilità di vincere sui giochi proposti nei social network. Non vi sono ancora ricerche chiare sul fatto che questa attività porti ad un gioco d’azzardo patologico.
Teoricamente, i videogiochi potrebbero avere sia la capacità di rendere manifesto un carattere aggressivo (si consideri a tal proposito la teoria dell’apprendimento sociale) sia quella di favorire una diminuzione delle tendenze aggressive (come previsto dalla teoria della catarsi). In parole povere, la teoria dell’apprendimento sociale suggerirebbe che i bambini imitano ciò che vedono sullo schermo. Diversamente, la teoria della catarsi suggerisce che il giocare a videogiochi aggressivi incanalerebbe l’aggressività latente avendo su di essa un effetto positivo sul comportamento. Le ricerche finora svolte suggeriscono, a livello teorico, che vi siano più prove empiriche a supporto della teoria dell’apprendimento sociale rispetto alla teoria della catarsi, in particolare nei bambini più piccoli. Non ci sono prove che i videogiochi violenti abbiano alcun effetto sul comportamento degli adulti (sebbene si debba sottolineare che ci sono pochissimi studi che utilizzano un campione adulto). In generale la ricerca sugli effetti sul comportamento aggressivo dell’esposizione a lungo termine ai videogiochi successivo è ancora carente per poter esprimere un parere scientificamente fondato.
Per cominciare, dovresti iniziare a scoprire a quali videogiochi sta giocando tuo figlio! Potresti scoprire che alcuni di essi hanno dei contenuti che preferiresti che lui non vedesse. In questo caso parlane con lui e, se è il caso, metti alcune regole. Durante questa discussione i tuoi obiettivi dovrebbero essere:
- aiutarlo a scegliere dei giochi adatti alla sua età che siano altrettanto divertenti;
- parlare con lui del contenuto dei giochi in modo che comprenda la differenza tra finzione e realtà;
- scoraggiare il gioco solitario;
- proteggerlo dall’idea ossessiva di giocare;
- seguire le raccomandazioni sui possibili rischi delineati dai produttori di videogiochi (es. tenere la distanza di circa un metro dallo schermo della TV, etc.);
- assicurarti che lui sia impegnato – oltre ai videogiochi – in altre attività durante il tempo libero.
Ricorda che, nel giusto contesto, i videogiochi possono essere educativi (ad esempio aiutano i bambini a pensare e apprendere più rapidamente), possono aiutare ad aumentare l’autostima dei bambini e possono aumentare la velocità dei loro tempi di reazione. Ricorda però che giocare ai videogiochi è solo una delle tante attività che un bambino può fare, insieme ad attività sportive, leggere e guardare la televisione.
Questa lista ti aiuterà a capire se il gioco di tuo figlio gli sta sfuggendo di mano. Sbarra ogni casella che presenta le caratteristiche descritte:
☐Gioca quasi ogni giorno?
☐Spesso gioca per lungo tempo (oltre tre ore)?
☐Gli piace l’eccitazione legata al gioco?
☐Diventa irrequieto e irritabile se non può giocare?
☐Sacrifica attività sociali e sportive per giocare?
☐Gioca invece di fare i compiti?
☐Prova a ridurre il gioco ma non ci riesce?
Se hai risposto sì ad almeno 4 di queste domande allora tuo/a figlio/a potrebbe giocare troppo.
- Controlla e regola il contenuto dei giochi,
- Proponi a tuo figlio giochi educativi,
- Cerca di incoraggiare il fatto che tuo figlio giochi in gruppo (anche con un videogioco) piuttosto che da solo,
- Stabilisci delle fasce orarie in cui è possibile giocare, ad esempio, digli che può giocare una o due ore dopo aver fatto i compiti, ma che non può farlo prima di aver finito,
- Comunica sempre ai tuoi figli di seguire i consigli dei produttori di videogiochi: ad esempio sedersi ad almeno un metro dallo schermo, giocare in una stanza ben illuminata, non avere mai lo schermo alla massima luminosità e non giocare mai ai videogiochi quando ci si sente stanchi,
- Se quanto detto prima non funziona, togli temporaneamente la console di gioco e poi restituiscila al bambino , se è il caso, solo per un determinato periodo di tempo al giorno.