Consigli pratici

Consigli pratici

Prima di parlarne con i tuoi figli comprendi che cosa è il gioco d’azzardo problematico.

Generalmente è poco utile chiedere al giocatore se per lui il gioco d’azzardo è un problema. Parlarne direttamente è probabile che conduca a una negazione totale. Noi non possiamo cambiare gli altri, ognuno decide dentro di sé se smettere o meno di agire un comportamento. Questa mancanza di controllo sugli altri è sicuramente frustrante, ci fa sentire impotenti, feriti, delusi, arrabbiati, eppure ricorda che tu puoi avere un ruolo importante per incoraggiare e sostenere il suo cambiamento.

Probabilmente per te sarà più utile parlare con lui:

  • di cosa fa durante il tempo libero,
  • come preferisce spendere i soldi,
  • in generale il suo punto di vista sul gioco d’azzardo.

 

Quando a giocare è vostro figlio adolescente scoprire che gioca d’azzardo può essere molto stressante, in particolare perché molto spesso i genitori sentono di dover affrontare da soli il problema. Quando un giovane giocatore d’azzardo riconosce che c’è un problema, la famiglia potrebbe aver già attraversato molte situazioni emotivamente stressanti.

In questi casi i genitori dovrebbero cercare di mettersi in contatto con un aiuto esterno il più presto possibile.

 

I cambiamenti nella vita delle persone, quando dipendono da scelte personali e riguardano lo stile di vita, seguono un percorso lento, caratterizzato da fasi legate fra loro che potremmo raffigurarci come un percorso circolare, continuo, a spirale (come quello rappresentato nell’immagine sotto).

Sia che si tratti di smettere di bere, di fumare, di giocare d’azzardo, oppure di dover controllare l’alimentazione o di iniziare a svolgere attività fisica, molte persone e molte famiglie, prima di cambiare stabilmente, fanno il giro del percorso molte volte; possono volerci giorni, mesi o anni per completare il percorso; alcune possono rimanere in una posizione per sempre.

Il coinvolgimento dell’intera famiglia nel processo rende comunque il cambiamento più probabile e stabile nel tempo.

Capire in quale fase del percorso si trova il giocatore può aiutarvi a trovare la modalità più corretta ed efficace per affrontare il problema.

Se ti trovi di fronte ad una persona che nega la situazione problematica di gioco voi potete:

  • dirle che il gioco ha effetti anche su di te,
  • non coprirla, ovvero non aiutarla a giocare ad evitare la responsabilità delle proprie azioni,
  • fare in modo che i soldi della famiglia siano protetti rivolgendoti ad un consulente legale o un consulente finanziario,
  • informarvi sugli effetti del gioco d’azzardo e parlarne insieme alla persona che gioca,
  • chiedere supporto per voi stessi, per raggiungere un nuovo equilibrio familiare,
  • mettervi in contatto con un gruppo per famiglie che vivono il vostro stesso problema,
  • ricordare che evitare litigi e discussioni non risolve i problemi.

 

In questo caso vostro figlio comincia a realizzare che il gioco costituisce un problema, ma ancora probabilmente non è pronto a smettere. Pensare di cambiare non equivale ad impegnarsi a cambiare, pertanto spesso la persona è ambivalente rispetto ai pro e ai contro del cambiamento. I vantaggi e gli svantaggi sembrano equilibrarsi. A volte la persona e i genitori sono disposti a muovere i primi passi dopo un evento critico, come una grossa perdita, un tentativo di suicidio o la perdita del lavoro. Questi eventi, di per sé negativi, possono essere la molla per il cambiamento.

In questa fase voi potete:

  • chiedere supporto emotivo per voi stessi,
  • evitare di giocare d’azzardo con la persona,
  • evitare le situazioni che potrebbero stimolare la voglia di giocare,
  • porre dei limiti chiari e dire alla persona quello che voi intendete fare se non smette di giocare,
  • offrire le informazioni contenute in questa guida e incoraggiare la persona a chiedere aiuto,
  • offrire di accompagnarlo/a da un consulente in un Servizio specialistico,
  • dimostrare apprezzamento quando la persona verbalizza idee di cambiamento.

La persona può fare i primi piccoli passi verso il cambiamento come, ad esempio, porre dei limiti per quanto riguarda tempo e denaro spesi al gioco.

Potrebbe anche cominciare a parlare di mettere in atto presto cambiamenti ancora più grandi.

Voi potete:

  • accettare i cambiamenti e incoraggiare la persona a recarsi da un consulente specializzato
  • suggerire che una persona di fiducia gestisca il denaro
  • limitare l’accesso della persona al denaro
  • suggerire altre attività per rimpiazzare il gioco

In questa fase le persone iniziano a cambiare il proprio comportamento. Hanno interrotto l’attività del gioco e/o modificato altri aspetti del loro stile di vita, ma la strada è ancora in salita e si possono verificare delle ricadute.

Voi potete:

  • dare il vostro supporto mentre si reca in consulenza
  • tentare una consulenza familiare o di coppia per migliorare la comunicazione e la fiducia
  • continuare a risolvere il problema finanziario
  • sostenere l’avvio di nuove iniziative alternative al gioco
  • accettare che la persona possa avere delle ricadute

Le persone che hanno smesso di giocare da almeno sei mesi generalmente continuano a prendere confidenza con il nuovo stile di vita per consolidarlo progressivamente.

Occorre ricordare che la ricaduta, anche in questa fase del cammino, è possibile che si verifichi.

Le ricadute possono sembrare devastanti per il giocatore e per la sua famiglia, ma rappresentano degli “scivoloni” (non dei fallimenti) da cui ci si può rialzare avendo imparato qualcosa in più sulle situazioni che mettono a rischio. Considerare la ricaduta un “incidente di percorso” aiuta a non farsi travolgere e a riprendere al più presto il percorso di cambiamento.

Voi potete:

  • insistere sui cambiamenti che apportano più equilibrio nella vita familiare
  • provare a migliorare la comunicazione in famiglia
  • perseverare nel controllo delle finanze di famiglia
  • sostenere il vostro familiare a identificare ed evitare le situazioni che incoraggiano il gioco
  • apprezzare e premiare gli sforzi di entrambi per cambiare, sia da parte della persona cara che da parte vostra
  • accettare che la persona cara possa avere delle ricadute.

Ritornare alle vecchie abitudini è sempre possibile. Talvolta questo succede perché le persone “non ce la fanno”, perché la bilancia dei pro e dei contro è cambiata, perché vi sono stati altri cambiamenti nella vita e mantenere comportamenti sani non è più percepito come vantaggioso.

Talvolta, quando le cose sembrano mettersi per il meglio, l’ambiente e la famiglia non garantiscono più il loro supporto e la loro partecipazione. In tale modo mantenere il cambiamento diviene sicuramente più difficile.

Alcuni smettono di giocare ma rimpiazzano il gioco con l’alcol e/o altre droghe, oppure cominciano a pensare di potercela fare da soli senza l’aiuto di un consulente o di un gruppo di sostegno, oppure pensano di poter tornare a un “gioco controllato”.

Cambiare stile di vita non significa solamente smettere con l’azzardo, ma significa crescita e maturazione delle persone e della famiglia; significa soprattutto trovare nuove e più efficaci forme di comunicare e di rapportarsi con i propri cari e nella propria comunità di vita. Per fare questo serve tempo, molto tempo, anzi potremmo dire che è un processo di cambiamento che non termina mai.

La ricaduta non è un fallimento!

Dopo una ricaduta spesso le persone ritornano a uno stadio iniziale, per poi iniziare nuovamente la progressione ciclica, ma con un livello di consapevolezza migliore, attraverso le varie fasi del cambiamento. Solitamente, le persone che affrontano una ricaduta hanno una maggiore possibilità di successo nel ciclo successivo. Infatti, spesso hanno imparato nuovi metodi per trattare con il vecchio comportamento e/o possono aver focalizzato nuove strategie per fronteggiare il problema. Una ricaduta può aiutare la persona a capire meglio le cose e a rafforzare la decisione di cambiare.

 

Ricorda che alcuni dei suggerimenti qui contenuti potranno non essere necessari nella tua situazione, è un compito della coppia genitoriale capire la situazione e comprendere quali sono i bisogni di vostro figlio:

  • ricordate che non siete l’unica famiglia ad affrontare questo problema,
  • potreste essere in grado di aiutare vostro figlio parlando del problema, ma la scelta migliore è probabilmente quella di coinvolgere anche un professionista esterno alla famiglia,
  • tenete presente che il gioco d’azzardo problematico è una dipendenza e non basta che vostro figlio dica che non giocherà più,
  • prendete insieme, come coppia genitoriale, una posizione ferma. Potrebbe sembrarvi più facile cedere alle richieste e credere a tutto ciò che dice vostro figlio, questo però consente a lui (e alla famiglia) di evitare di affrontare il problema,
  • ricordate che a vostro figlio piace giocare d’azzardo e riceve da questa attività qualcosa che va ben oltre il denaro (ad esempio adrenalina, staccarsi dai problemi, ecc.),
  • non dimenticate che i giocatori d’azzardo sono bravi a mentire – anche a sé stessi,
  • anche se vostro figlio non lo ammette fategli sapere che pensate che per lui il gioco sia un problema,
  • incoraggiate sempre vostro figlio a cambiare, poiché è importante essere motivati,
  • preparatevi ad accettare il fatto che vostro figlio potrebbe non essere motivato a cambiare fino ad una crisi acuta.
  • lasciate a vostro figlio la responsabilità e le conseguenze per l’aver giocato d’azzardo, non coprite i suoi debiti ma spronatelo ad affrontare la dipendenza per superarla,
  • non condannate vostro figlio, poiché potrebbe non essere utile e potrebbe portarlo ancora di più a giocare,
  • nonostante tutto quello che potrebbe aver fatto vostro figlio è importante comunicargli che, se lui lo vorrà, voi sarete lì per aiutarlo,
  • anche se vi sembra una decisione “dura”, se vostro figlio afferma di non voler cambiare potrete chiedergli di uscire di casa,
  • non fidatevi della gestione del denaro di vostro figlio fino a quando la dipendenza non sarà stata interrotta. Gestire i suoi soldi è una strategia utile per un periodo di tempo definito. Questo lo aiuta anche a sviluppare le sue capacità di gestione finanziaria,
  • incoraggiate vostro figlio a provare altre attività piacevoli – cercate di identificare altre attività in cui lui è bravo e incoraggiatele,
  • lodate qualsiasi risultato (per quanto piccolo) se è finalizzato ad affrontare e superare il problema,
  • provate ad ascoltare vostro figlio con comprensione. Talvolta, anche a livello non verbale, la comunicazione tra figlio e genitore può essere facilmente bloccata quando vi sono dei problemi,
  • tenete presente che anche voi come genitori avrete bisogno di supporto attraverso questo lungo processo di aiuto. Avrete bisogno del sostegno delle vostre famiglie e potreste anche aver bisogno di ulteriore supporto da parte di un professionista (ad esempio di uno psicologo).

L’incidenza di suicidio è più elevata tra chi gioca d’azzardo e tra i familiari dei giocatori. Se qualcuno dei vostri cari, o tu stesso, pensi al suicidio o hai fatto piani per finirla con la vita, chiedi aiuto immediatamente. Non puoi affrontare i tuoi problemi da solo.

Se osservi cambiamenti nel suo comportamento, nell’aspetto o nell’umore (sembra depresso, scontento o estraniato), se si disfa di beni od oggetti di valore; se fa testamento o parla di suicidio:

  • lasciate parlare la persona dei suoi sentimenti, ascoltando e non giudicando,
  • prendete qualsiasi minaccia seriamente,
  • rimuovete qualsiasi mezzo per attuarlo (farmaci, armi da fuoco, corde, ecc.),
  • non tenetevi il segreto, ma informate di ciò che sta accadendo amici o parenti, il medico di famiglia, il vostro parroco o chiunque possa darvi aiuto,
  • rivolgetevi al pronto soccorso (118), o alle forze dell’ordine (113) o al servizio psichiatrico territoriale della vostra ULSS.

Nell’ambito del Servizio delle Dipendenze (Servizi socio sanitari o Dipartimento per le dipendenze) le prestazioni fornite dall’Azienda Unità Locale Socio Sanitaria  n. 2 Marca Trevigiana sono:

  • Valutazione diagnostica
  • Percorsi di trattamento personalizzati
    • interventi psicologici di tipo cognitivo comportamentale, individuali e di gruppo,
    • gruppi per i famigliari,
  • Consulenza legale ai giocatori e ai famigliari
  • Consulenza finanziaria ai giocatori e ai famigliari

Tutti le prestazioni sopraelencate sono gratuite e per accedere al Servizio non c’è bisogno di nessuna ricetta medica.